LE CONSEGUENZE DEL CASO








nessuno ha vissuto
la vita che avrebbe voluto
e nessuno ha mai saputo
la vita che voleva.
giorni proibiti.
passano,
i giorni passano ignari
dell’esistenza,
hanno il volto dell’indifferenza
quando al mio rivolgono lo sguardo.
certi giorni,
giorni proibiti,
scorrono nell’alveo
senza fare schiuma,
irrintracciabile lo Spirito
che ti inebriava i sensi,
vomere che rivoltava la Vita.
il tempo di sè
non m’ha mai reso felice,
breve gramignoso e grave,
bensì
il mio, il mio tempo fruttato,
il mio, quello che conta
e che non ha polso e misura,
che fa strada al desiderio
con una antica riverenza,
l’ingordo tempo
della consapevolezza cruda,
nuda, assente quanto un essente.
e vagheggio
tra le conseguenze del Caso.
domanda formosa
cosa ho veduto della vita.
baciarti, corpo da donna,
fu l’onda lunga
in balia del Caso,
altra faccenda amarti,
una conseguenza.
furon mille
le versioni tue del passato,
una, genuflesso tra le tue cosce,
l’implacabile conseguenza,
una, incatenarmi alla tua lingua,
l’inaspettata conseguenza.
giorni proibiti,
istigavi all’amore,
del Caso eri
la conseguenza
d’esserci scelti.
un paesaggio immoto, che
di tempo in tempo
non fu mai lo stesso.
quadri mutevoli
quelli che da Pittrice
sulla mia carne disegnasti.
di te
nacqui credente.

ora
in questo tempo che mi straccia le vesti
fumo così
come fumano gli anziani,
piscio così
come pisciano i cani,
guardo le nubi
così come le guarda il vento,
a vele spiegate
batte il cuore contro tempo.




le conseguenze del Caso
Le onde si assopirono – il respiro – no –
i venti – come bambini -si quietarono –
poi l’alba baciò la mia crisalide –
e io mi alzai – e vissi –
– emily dickinson –