QUEL LAMPO SFUGGITO




Stasera ho tanta voglia di pisciare
dalla finestra mia contro la luna.

– sergej esenin –





di anno in anno
questo giorno opulento
mi impoverisce,
persino mi intristisce,
basterebbe sfiorar
delle labbra tue la fonte,
per colmar della festa, l’abisso.
in inverno son pigro,
disdegno l’attesa,
ha un furore proprio
il pensiero della tua mancanza.
nell’attenderti s’impigrisce la pazienza,
inseguo nella nebbia l’odore del tuo seno,
butto il tempo senza riguardo giù dalla finestra.
ha un furore limpido
il pensiero della tua assenza,
il passo stenta a quel tuo A domani,
qui e subito
m’assale il corpo una ricercata entropia.

sei tu dunque
ciò che ciascuno chiama amore,
quel lampo sfuggito
dalla mano raffinata di dio,
fuor di campo e fuor di stagione,
tu che mi trasfiguri in dio,
tu che bussi alla mia porta
e del tuo corpo fai
tappeto erboso d’arabeschi,
qui e subito disse,
dell’amore tuo quel dio.




qui e subito disse, dell'amore tuo quel dio
Amata, che raccapriccio! Quando ama un poeta,
è un Dio smanioso che si innamora.
E il caos di nuovo sbuca alla luce
come nei tempi dei fossili.
– boris pasternàk –